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L’omicidio di Manuela Di Cesare non ha ancora un colpevole

20 marzo 2008 – L’omicidio di Manuela Di Cesare non ha ancora un colpevole

Qualche giorno fa, il 17 marzo, abbiamo preso dai mezzi di informazione che l’omicidio di Manuela Di Cesare non ha ancora un colpevole e che le indagini dovranno ripartire da zero. Il fatto nuovo è che le prove sul DNA non hanno avuto il risultato sperato: le tracce di sangue rinvenute sulla scena del delitto non appartengono a nessuno dei sette sospettati. Tutto da rifare, dunque, per investigare su un delitto definito a ridosso dell’accaduto “di facile soluzione”. A quasi un anno dall’omicidio Manuela non ha ancora avuto giustizia e, se ciò non fosse abbastanza, la sua memoria e la sua dignità sono continuamente calpestate dai mezzi di informazione. Manuela, che a tutti gli effetti era una DONNA, viene ancora definita “una trans” o addirittura “un trans”, in barba a tutte le leggi del nostro ordinamento che tutelano l’acquisizione di una nuova identità di genere, dopo un lungo e doloroso percorso, ed in contrasto alle più elementari normative che regolano il diritto alla privacy.
La nostra Associazione esprime, ancora una volta, il proprio sdegno per l’atteggiamento della stampa che, in nome di un insensato sensazionalismo, continua a identificare in termini deliberatamente inappropriati una persona che è stata barbaramente massacrata dopo una vita vissuta lottando contro discriminazione e pregiudizi. Pretendiamo che Manuela Di Cesare sia rispettata, che la sua memoria sia salvaguardata e che venga riconosciuta ed identificata con la sua vera identità. La terminologia utilizzato da pseudo giornalisti che quando scrivono su un argomento che non conoscono non sentono neppure l’esigenza, come la deontologia professionale imporrebbe, di informarsi semplicemente effettuando una elementare ricerca sui più frequentati motori di ricerca disponibili su Internet, è irrispettosa anche nei confronti delle migliaia di persone che con sacrifici e difficoltà inenarrabili affrontano i tortuosi percorsi che permetto di adeguare il proprio corpo a quella che è la vera identità di genere. Sono questi linguaggi, volutamente fuorvianti, che favoriscono e facilitano il clima di violenza verso le persone considerate “diverse” ma…diverse da chi?
Il 17 marzo, sarebbe stato il compleanno di Manuela ma qualcuno ha spezzato la sua vita. Noi cercheremo di mantenere viva la sua memoria.

Jonathan – Diritti in movimento

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