19 settembre 2008 – Lettera aperta
Signore/i consigliere/i,
lunedì 22 settembre il consiglio comunale di Pescara forse sopprimerà il Registro delle unioni civili istituito in febbraio. In verità, il regolamento attuativo non è stato emesso e, sette mesi dopo, sull’abrogazione potrebbe profilarsi un accordo tra il partito del sindaco D’Alfonso (in tale carica anche in febbraio) e l’opposizione. Non si spiegherebbero altrimenti le voci sull’accorpamento di due proposte di delibera (una del consigliere del Partito democratico Giandomenico Palka e l’altra dell’opposizione, ambedue centrate sull’inappropriatezza del riconoscimento anche delle coppie omosessuali) in un’unica sintesi.
In quello stesso consiglio si parlerà dei problemi dei collegamenti tra Pescara e la Croazia. Forse nessuno dirà che la Croazia garantisce alle unioni civili dello stesso e di diverso sesso analoghi diritti. Ma certamente qualcuno, parlando di economia e cultura, suderà nel perorare l’avvicinamento tra le due sponde mediterranee per poi, sui diritti delle persone, votarne l’allontanamento.
Che diranno le/i consigliere/i del Partito democratico alla loro senatrice Emma Bonino (vicepresidente della camera alta), poche ore dopo ospite d’onore in un convegno sull’Europa promosso da una fondazione assai vicina al sindaco nonché segretario regionale del PD? Di avere appena soppresso il Registro locale delle unioni civili? La senatrice potrebbe ricordare loro che, pur se l’Italia no, molti Stati europei (intra ed extra Unione) riconoscono le coppie di fatto: Andorra, Austria, Croazia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Islanda, Lussemburgo, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Slovenia, Svezia, Svizzera e Ungheria. E così faranno Irlanda e Liechtenstein. E che in Belgio, Norvegia, Paesi Bassi e Spagna due persone dello stesso sesso possono anche sposarsi. E che, non avendo ancora legiferato, su questi temi l’Italia è nella stessa posizione di Albania, Bielorussia, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Cipro, Estonia, Grecia, Lituania, Macedonia, Malta, Moldova, Polonia, Romania, Russia, Serbia, Montenegro, Slovacchia, Turchia e Ucraina, paesi che in taluni casi vengono tacciati di scarsa attenzione verso la democrazia e i diritti civili.
Noi questa lettera aperta la inoltriamo anche alla senatrice Emma Bonino.
Le motivazioni addotte dal centrodestra per cancellare il Registro si fondano su una presunta diversa sensibilità del consiglio comunale in carica rispetto a quello che istituì il Registro. Non sappiamo se è così. Ma rileviamo con rammarico l’oscurantismo del consigliere del PD Giandomenico Palka (che in passato ebbe notorietà per l’ostentata antipatia verso la legge 194, quella sull’interruzione volontaria della gravidanza che, guarda caso, fu voluta e poi difesa anche dalla senatrice Emma Bonino). Egli, non da cattolico ma da ricercatore, relaziona accatastando sbrigative considerazioni sulla naturalità della sessualità procreativa (eterosessuale) e sull’innaturalità di quella non procreativa (omosessuale). E auspica pertanto l’abolizione del Registro. Il Palka non si sofferma sul fatto che esso non riguarda le sole coppie omosessuali, ma tant’è… gli suggeriamo di aggiornare il proprio bagaglio scientifico. Magari con una prima lettura: l’etologo Giorgio Celli scrisse nel 1972 un volumetto agile e piacevole (nello stile di uno scienziato rigoroso, ma anche comunicativo). Ne L’omosessualità negli animali presentava un’ipotesi che ha poi trovato ascolto nella comunità scientifica: l’omosessualità potrebbe essere un meccanismo di autoregolazione che scatta quando nasce il rischio di sovrappopolazione. Se ciò fosse vero, l’omosessualità e l’assai più diffusa eterosessualità sarebbero entrambe pro-natura, non foss’altro perché volute dalla natura e, forse, a questo punto anche da Dio.
Ma Giorgio Celli non avrà la sensibilità religiosa del Palka. È probabile però che l’abbiano i Gesuiti, detentori nella comunità ecclesiale di un secolare e indiscutibile primato negli studi sia teologici che scientifici. Sulla loro rivista Aggiornamenti sociali è stato recentemente pubblicato un corposo saggio che, in sintesi, dice che le convivenze tra due persone dello stesso sesso fanno bene alla vita sociale e che sarebbe possibile il loro riconoscimento giuridico.
Chiediamo a chi lunedì 22 settembre dovrà decidere sulla soppressione del Registro delle unioni civili a Pescara di non accanirsi con le coppie di fatto, anche se omosessuali: non fanno male ad alcuno e anche quei legami si fondano sulla solidarietà, sull’affetto e sull’amore.
Jonathan – Diritti in movimento